In primis dobbiamo chiarire che la Cognizione è un processo di conoscenza che riguarda la selezione delle informazioni, la loro acquisizione, la comprensione, la ritenzione, l'espressione e l’applicazione nelle situazioni appropriate. La disabilità cognitiva invece può essere vista come una ridotta efficienza nel ritmo, nella durata di funzionamento e nell’efficacia dello svolgimento delle attività di routine della vita quotidiana e/o come un fallimento nell’adattarsi a situazioni nuove e problematiche.
La Riabilitazione Cognitiva è un processo di ri-apprendimento delle abilità cognitive che sono state perse o alterate a causa di danni cerebrali. Questo nuovo apprendimento avviene attraverso una sistematica e funzionale applicazione delle attività terapeutiche basate sulla valutazione e la comprensione dei deficit cognitivo-comportamentali del paziente. Se le competenze non possono essere recuperate, allora devono essere insegnate al paziente delle strategie per compensare le funzioni cognitive perdute. In questa prospettiva l'idea della Riserva Cognitiva come una risorsa che può essere continuamente modificata dalla vita, dall’esperienze e dall’apprendimento, anche quando il cervello è già colpito da una neuropatologia, è il punto di partenza su cui lavorare con la riabilitazione cognitiva (Cognitive reserve and its implications for rehabilitation and Alzheimer’s disease G. Liberati, A. Raffone, M.Olivetti Belardinelli.; Cogn Process 18 May 2011, Cognitive reserve and preinjury educational attainment: effects on outcome of community-based rehabilitation for longer-term individuals with acquired brain injury Fortune, D. G.; Walsh, R. S. Richards, H. L. International Journal of Rehabilitation Research: September 2016 - Volume 39 - Issue 3 - p 234–239)
Gli interventi specifici possono avere diversi approcci, tra cui:
- il rafforzamento delle abilità residue o il recupero di modelli precedentemente appresi di comportamento
- stabilire nuovi tipi di attività cognitiva attraverso meccanismi compensativi per i sistemi neurologici deteriorati
- strutturare l’ambiente come un sostegno per essere il più possibile indipendente
- consentire alle persone di adattarsi alla loro disabilità cognitiva, anche se può non essere possibile modificare direttamente o compensare i deficit cognitivi, al fine di migliorare il livello complessivo di funzionamento e la qualità della vita
La riabilitazione cognitiva può essere diretta verso molte aree della cognizione, tra cui l'attenzione-concentrazione, la percezione, le abilità visuo-spaziali, la memoria, la comprensione, la comunicazione, il ragionamento, il problem solving, il giudizio, l'iniziativa, la pianificazione, l'auto-monitoraggio e la sensibilizzazione. Può essere distinta dalla riabilitazione tradizionale e psicoterapia dal suo obiettivo primario: ridurre la perdita di valore neurocognitivo acquisito e la disabilità. Indipendentemente dal metodo specifico o area di intervento, la riabilitazione cognitiva deve essere indirizzata al raggiungimento di modifiche che migliorano la funzione di ogni persona in settori che sono rilevanti per la loro vita quotidiana.
I risultati della valutazione neuropsicologica espressi in una relazione che riassumerà i punti di forza e le difficoltà del paziente, serviranno a mettere a punto un piano di trattamento per guidare tutte le attività che verranno selezionate per aiutarlo a porre rimedio o compensare le sue difficoltà. Tutte le attività saranno scelte appositamente per le sue esigenze specifiche e saranno utilizzate per aiutare a soddisfare al meglio le necessità della vita. Verranno valutati continuamente i progressi e rivisti gli obiettivi, sulla base dei progressi del paziente.
La riabilitazione coinvolge le seguenti aree cognitive:
I tentativi di porre rimedio ai disturbi di attenzione fanno generalmente affidamento su esercitazioni e pratica, attraverso attività progettate per affrontare gli aspetti specifici di attenzione (ad esempio la velocità di elaborazione, focus attentivo, attenzione divisa). La maggior parte degli interventi in questo settore utilizzano paradigmi stimolo-risposta, che richiedono ai soggetti di identificare e selezionare il target tra stimoli uditivi o visivi. Il razionale implicito per la maggior parte di questi interventi è quello di ripristinare le capacità attentive di base attraverso la pratica ripetuta.
È un costrutto poliedrico che è stato concettualizzato in una varietà di contesti diversi, che comprendono la capacità di pianificare, dirigere e mantenere l'attenzione, l'organizzazione, il ragionamento astratto, la soluzione dei problemi, l'autoregolazione e il controllo motorio riferendosi a processi cognitivi di alto livello. Un recupero di tali funzioni passa attraverso la stimolazione delle funzioni attentive, il ragionamento e le modificazioni comportamentali.
Esiste un’interazione dinamica tra linguaggio e cognizione, i processi linguistici sono fondamentali per l'acquisizione di conoscenze e la mediazione dei processi cognitivi; i disturbi cognitivi spesso producono deficit di comunicazione. Dopo un trauma cranico o ictus posso verificarsi disturbi del linguaggio specifici (ad esempio, l'afasia), disturbi funzionali come comprensione della lettura, o menomazioni nella pragmatica della comunicazione. Sarà necessario a seconda sei casi stimolare la denominazione, la comprensione, la fluenza verbale, la pragmatica o la sintassi ecc.
All'interno dell’area di recupero dei deficit visuo-percettivi e costruttivi, ci si deve focalizzare sul recupero di abilità di base e comportamenti come la scansione / percezione visiva e solo successivamente sul recupero di competenze complesse di alto livello coinvolte in attività costruttive o funzionali che richiedono relazioni spaziali per il monitoraggio, disposizione e l'interazione con l'ambiente.
Il recupero di deficit di memoria affronta una serie di questioni, tra cui problemi generali ("problemi di memoria di tutti i giorni", apprendimento ridotto, la capacità di apprendere durante l'amnesia post-traumatica), problemi di memoria specifici (ricordare i nomi, date, itinerari, liste, volti, appuntamenti, le routine), la capacità di utilizzare in modo efficace aiuti compensativi (computer, libri di memoria) e alterazioni individuali di memoria soggettiva. Gli interventi per affrontare questi problemi includono l'uso di aiuti compensativi esterni come computer o notebook; programmi individualizzati con pesante coinvolgimento di input del paziente, sostegno familiare / sociale / terapeutico e adattamenti ambientali; lezioni e compiti a casa, didattica; formazione di strategie compensatorie quali prove, strategie organizzative, immagini visive, etichettatura verbale, l'uso di mnemotecniche e compiti di memoria implicita.